Prosper Mérimée

Mérimée era un uomo alto, dritto, pallido, e che, a parte il sorriso, aveva l’aspetto d’un inglese. Quantomeno aveva quell’atteggiamento freddo e distaccato, che esclude sin dall’inizio qualsiasi confidenza. Bastava guardarlo per percepire la sua imperturbabilità naturale o acquisita, l’autocontrollo, la volontà e l’abitudine a mantenere le distanze… Anche quando raccontava un aneddoto burlesco la sua voce rimaneva sempre uguale, pacata. Mai un accenno d’impeto o di foga. Narrava i dettagli più scabrosi nei termini più crudi con il tono di qualcuno che ordina una tazza di tè. Le sue emozioni erano talmente controllate da sembrare assenti. Non che lo fossero, anzi, al contrario. Ma ci sono cavalli di razza così ben domati, che sotto la guida del loro cavaliere non si concedono alcuno sbandamento.

                        Dalla prefazione di Hippolyte Taine à Mérimée, Lettres à une inconnue, Michel Lévy Frères, 1874

Per la Di Felice Edizioni è stata pubblicata la nuova traduzione di Carmen, a cura di Paola Tiberii (collana “I contemporanei del futuro”, 2021).

Jacob Israël de Haan

Jacob Israël de Haan (1881-1924) è stato un romanziere, poeta, giornalista e giurista ebreo-olandese. Nel 1904 esce il suo primo romanzo, Pijpelijntjes, e nel 1908 il secondo, Pathologieën. Entrambi i romanzi hanno una tematica omossessuale e suscitano all’epoca non poche controversie. Tra il 1914 e il 1921 pubblica cinque volumi di poesie che gli apportano una certa consacrazione, ma il valore della sua opera letteraria sarà riconosciuto solo dopo la sua morte. Quartine, un ampio volume di poesie intime e pubblicato postumo, è la più conosciuta tra le sue raccolte. Nel 1919 emigra in Palestina dove, il 30 giugno 1924, viene assassinato a Gerusalemme da un membro del movimento di liberazione Hagana, che lo accusava di ostacolare il sionismo e di collaborare con gli arabi. È il primo omicidio politico nella Palestina ebraica ad attirare l’attenzione mondiale. De Haan viene considerato un precursore di Amnesty International per l’attenzione da lui data, nel 1912 e 1913, alle condizioni dei prigionieri politici nelle carceri russe, nonché un precursore del movimento di emancipazione omosessuale.

Per la Di Felice Edizioni ha pubblicato la raccolta poetica Quartine con traduzione di Patrizia Filia (collana “Il gabbiere”, 2021).

Leandro Di Donato

Leandro Di Donato ha pubblicato nel 1978 la raccolta Parole dei miei giorni con le edizioni Pan Arte di Firenze. Nel 1987 è stato inserito nell’antologia Voci nuove del parnaso abruzzese, curata dal professor Vittoriano Esposito.

Nel 2006 ha pubblicato con le Edizioni del Leone la raccolta Le strade bianche, con la prefazione di Renato Minore. Il libro è entrato nelle grandi rose dei Premi Viareggio e Mondello e nelle rose finaliste dei Premi Ungaretti, Carducci, Biella e Gatto.

La poesia Uno sguardo, inserita nel volume, è stata pubblicata, nel marzo del 2003, come vincitrice della settimana su Lo Specchio della Stampa, nella rubrica Scuola di poesia curata da Maurizio Cucchi.

È componente della Giuria del Premio Nazionale di Poesia “Oreste Pelagatti” di Civitella del Tronto, dove cura i due cicli di incontri di Alle cinque della sera. Salotto di scrittori e scritture e Discorrendo sul far della sera. È componente del Consiglio d’Amministrazione della Società della Musica e del Teatro “Primo Riccitelli”, Presidente dell’Istituto Internazionale del Teatro del Mediterraneo – sezione Italiana e direttore artistico della rassegna Emergenze Mediterranee.

Per la Di Felice Edizioni ha pubblicato la raccolta poetica Il corpo del vento (collana “Il gabbiere”, 2021).

Simone Sibilio

Simone Sibilio (1979) insegna Lingua e Letteratura araba presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia. Ha tradotto numerosi poeti arabi contemporanei tra cui Muhammad al-Fayturi, Ghassan Zaqtan, Moncef Ouhaibi, Talal Haidar. Ha di recente co-curato In guerra non mi cercate. Poesia araba delle rivoluzioni e oltre (Le Monnier, Milano 2018), e pubblicato un’antologia del poeta palestinese Zaqtan, In cammino invocano i fratelli (Edizioni Q, 2019). Per Ipocan è in uscita Poesia araba moderna e contemporanea (Roma, 2021). Nel 2016 è stato insignito del Premio Poesia Città di Fiumicino per la traduzione di poesia straniera. Suoi testi poetici sono apparsi su riviste nazionali e internazionali, tradotti anche in arabo e francese. Questa è la sua raccolta d’esordio.

Per la Di Felice Edizioni ha pubblicato l’opera prima di poesia Una bussola per bandiera (collana “Il gabbiere”, 2021).

Claudio Rossi Massimi

Autore, sceneggiatore e regista Claudio Rossi Massimi collabora in modo continuativo dal 1978 con la RAI, per la quale ha realizzato numerosi documentari e programmi di varietà e di approfondimento. Per la radio ha condotto i programmi della prima e seconda rete ed è stato la voce di molte trasmissioni storiche di Radio RAI. Sempre per la RAI è stato regista e autore del programma “RAI a quel paese”, varietà itinerante realizzato presso le tante comunità di italiani residenti all’estero (Stati Uniti, Canada, Australia ed Europa). Attualmente è autore e regista di molti documentari storico-culturali trasmessi da RaiUno, RaiTre e Rai Storia. Dal 2000 è direttore artistico della IMAGO Film, per la quale ha firmato 49 documentari.

I suoi documentari hanno ottenuto numerosi riconoscimenti presso concorsi internazionali italiani ed esteri, come il Festival del Cinema Archeologico di Rovereto, “AcheoRoma e Cortocinema” e il Festival del Cinema Archeologico di Pesaro. Il suo “Per una Europa libera e unita” è stato presentato in prima visione assoluta presso il Parlamento Europeo di Bruxelles. Nel 2016 esce il suo primo lungometraggio per il cinema “La sindrome di Antonio” di cui firma soggetto, sceneggiatura e regia. Con “La sindrome di Antonio” vince come Miglior Film la XII edizione del Festival Internazionale d’Arte cinematografica di Imperia ed è tra gli unici sei film italiani ad essere stato selezionato per il N.I.C.E. Festival di Mosca e San Pietroburgo. Inoltre il film riceve una menzione speciale per i dialoghi e la sceneggiatura all’AIFF Ariano International Film Festival. Nel 2017 firma la regia del docufilm “Papa Francesco. La mia idea di arte” tratto da un testo di Papa Francesco. Nel 2018 e 2019 è direttore artistico dell’Italian Film Days a Cipro in collaborazione con il Ministero degli Esteri e l’Ambasciata d’Italia a Nicosia. Sempre nel 2019 è direttore artistico del Festival del Cinema Italo-Azerbaigiano a Baku.

Per la Di Felice Edizioni ha pubblicato Il diritto alla felicità (Collana «Racconti Zeta», 2021), racconto tratto dall’omonimo film.